Chi Siamo
Nel 1966 nasce la Misericordia di Torrenieri
La Confraternita di Misericordia di Torrenieri, fondata nel 1966, ha tratto la propria origine dalla trasformazione della Compagnia Laicale di San Rocco, sciolta circa dieci anni prima per poter accedere al contributo a fondo perduto per l’acquisto di un auto-funebre che la Confederazione delle Misericordie d’Italia concedeva alle proprie associate. Sino ad allora i defunti di Torrenieri erano accompagnati alla sepoltura con un carro funebre a traino animale che la Compagnia di San Rocco aveva acquistato all’inizio del secolo. Con la scomparsa degli equini sino ad allora disponibili e non potendo per disposizioni igieniche effettuare i trasporti delle salme a spalla, venne decisa dal Consiglio della Compagnia, su proposta del correttore Don Ambrogio Tiberi, il suo scioglimento e il conseguente inizio dell’iter per trasformarla in Confraternita di Misericordia. L’iter fu portato a compimento dieci anni dopo, ma la Confederazione delle Misericordie d’Italia concesse il contributo richiesto all’inizio dello stesso, in modo da adeguare il mezzo di trasporto delle salme, alle esigenze delle normative vigenti.
Cosa si conosce della Compagnia laicale di San Rocco della Parrocchia di Santa Maria Maddalena di Torrenieri?
Dalle notizie riportate da Don Rino Pieri nel suo ciclostilato “Torrenieri, note di vita religiosa e civile”, sembra sia stata fondata nel 1514. Della sua organizzazione poco se ne sa per i primi tempi e alcune notizie possono essere ricavate solo da una relazione che risale al 1700 circa, dalla quale risulta che lo scopo per cui fu istituita fu quello della “maggior lode a Dio” e del “culto e venerazione del santo titolare”, San Rocco, appunto.
Chi era San Rocco?
Secondo Francesco Diedo San Rocco nacque nel 1295 nel sud della Francia, a Montpellier, figlio del Governatore di quella città, mentre Antonio Maurino ritiene sia nato nel 1345 e Augustin Fliche nel 1350. A circa venti anni, rimasto orfano dei genitori, distribuì i suoi beni ai poveri e ai bisognosi, ai quali decise anche di dedicare la propria vita e da pellegrino si incamminò sulla via Francigena alla volta di Roma.
Fece sosta ad Acquapendente (quindi passò anche da Torrenieri) dove incontrò una colonia di appestati, che curò fino alla loro guarigione. La sua opera di assistenza agli appestati proseguì anche a Roma, città nella quale si fermò per circa tre anni. Nel ritorno in patria, a Piacenza si ritrovò di nuovo in una epidemia di peste ed anche lui contrasse la malattia. Si allontanò in un luogo boscoso e isolato nei pressi della città, per attendere la morte. Si dice che venne aiutato da un cane che gli portava del cibo e poi dal suo padrone che lo accolse e lo curò fino alla guarigione. Ripresa la strada per Montpellier e qui giunto non venne riconosciuto. Ritenuto una spia fu imprigionato. Dopo cinque anni, nel 1327, morì in prigione e solo dopo la morte venne riconosciuto (per A. Maurino la morte avvenne nel 1376, per A. Fliche nel 1379). La scelta di intitolare a questo Santo una Compagnia laicale della Parrocchia di Torrenieri (In Parrocchia vi era anche la Compagnia laicale della Madonna del Carmelo), fu sicuramente legata anche agli scopi che la Compagnia si era data e che, presumibilmente erano – oltre a quelli riferiti prima – anche altri ispirati alla figura di questo Santo, quale quello di assistere i bisognosi, gli ammalati e di accompagnare i defunti alla sepoltura. Va ricordato che sul finire del 1400 un epidemia di peste colpì l’Italia ed anche zone della Toscana, ad esempio Arezzo. Forse venne colpita anche la comunità di Torrenieri. All’incirca nello stesso periodo – fuori delle mura del borgo – venne costruita una seconda chiesa intitolata a San Rocco, che venne proclamato anche co-patrono di Torrenieri, insieme a Santa Maria Maddalena. L’istituzione della Compagnia seguì di pochi anni la costruzione della suddetta chiesa, che ancora oggi è da tutti indicata come “Chiesa delle Compagnia”. Dai documenti del 1700 risulta che la Compagnia era retta da un Priore, coadiuvato dai Consiglieri, dal Camarlengo che teneva l’amministrazione e da un Ufficiale con l’incarico di vigilare sull’ordine del luogo sacro. Rimanevano in carica per un anno ed erano rinnovati per elezione; la loro opera è gratuita. A tutto il Consiglio Direttivo ed in particolare all’Ufficiale competeva di provvedere alla migliore riuscita delle feste celebrate nella Chiesa della Compagnia, quali quella di San Macario (2 gennaio), San Sebastiano (20 gennaio), San Donnino (4 agosto), San Rocco (16 agosto), della Madonna del Rosario (6 ottobre), dell’Immacolata Concezione (8 dicembre).
Nella chiesa della Compagnia si celebravano le seguenti funzioni: un uffizio funebre per tutte le sorelle e i fratelli defunti il giorno seguente la festa di San Rocco; un altro uffizio, come il precedente, il giorno seguente la festa della Madonna del Rosario; un uffizio funebre con dieci messe si celebrava entro trenta giorni dalla morte di sorella o fratello della Compagnia. Dal documento citato risulta che la Compagnia possedeva una casetta a fianco della chiesa, affittata per 12 lire annue ad un pigionale che aveva l’obbligo di tener pulita la chiesa. All’epoca la Compagnia possedeva anche 610 scudi in censi attivi. Su richiesta della Compagnia, il Vescovo concede a Torrenieri un cappellano che i giorni di festa celebra una seconda messa, ritenuta utile in particolare per coloro che abitano in campagna e che per questo vengono in aiuto per le spese, dando alla Compagnia ogni anno uno staio o mezzo o un quarto di grano, in proporzione all’estensione del podere. La Compagnia curava anche la cerimonia della “Lavanda” al Giovedì Santo, che si teneva nella chiesa di San Rocco e distribuiva ai discepoli e ai fedeli presenti, sei staia di pane. Il 21 marzo 1765, Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, con proprio decreto abolisce e sopprime tutte le compagnie, in tutto il Granducato, con l’obbligo, dal 1 di maggio dello stesso anno, di costituire un’unica compagnia laicale in ogni parrocchia, sotto il titolo “della Carità”, che doveva assolvere tutti i compiti delle compagnie soppresse, tra i quali anche quello di assistere i malati e portarli all’ospedale, portare i morti a sepoltura, procurare e distribuire i sussidi ai poveri, ecc. Non sappiamo cosa avvenne a Torrenieri: forse la compagna della Madonna del Carmelo era già stata soppressa, per cui essendo rimasta solo quella di San Rocco, non necessitava istituire quella della Carità. L’unica cosa certa è che nel 1818 in Torrenieri vi era ancora la Compagnia di San Rocco che sul finire dello stesso secolo rinnoverà – adattandolo ai tempi – il suo statuto. Il Dr. G. Augusto Nozzoli, insigne giurista, nel suo opuscolo “Torrenieri, antico castello senese” riferisce che notizie sulla Compagnia di San Rocco di Torrenieri possono essere trovate presso l’Archivio di Stato di Siena, dove si trovano raccolte in 14 mazzi e volumi, dagli anni 1604 al 1786. ll primo documento ufficiale che fa riferimento alla Confraternita di Torrenieri risale al 28 agosto 1888; tuttavia in tale documento si fa cenno al fatto che la Confraternita era già esistente e che prendeva il nome di Confraternita di S. Rocco. Il giorno 23 novembre 1966 con un nuovo atto costitutivo ed un nuovo statuto viene nuovamente fondata con il nome di Confraternita di Misericordia di Torrenieri. Dalla nascita fino ad oggi lo scopo principale della Misericordia di Torrenieri è “assistere i bisognosi, i malati, i disabili, i sinistrati e le popolazioni colpite da sciagure”. Con il passare degli anni l’attività della Misericordia, sempre improntata ai principi sopra citati, si è progressivamente intensificata. Dal 1991 ad oggi il parco mezzi della Misericordia si è notevolmente ampliato: ed infatti è composta da:
● tre ambulanze attrezzate per il soccorso avanzato, zaino medicale e bombola ossigeno portatile; pala da neve, utile soprattutto nello spalamento delle neve, ma può essere utilizzata anche per spargimento degli inerti e come spargisale
● mezzi attrezzati con pedana oleodinamica per il trasporto disabili
● tre due autovetture per trasporto sangue ed organi
● un fuoristrada attrezzato per il servizio di Protezione Civile
● ed un Quad dotato di “toboga”, per operare anche su terreno impervio e per consentire di stabilizzare i feriti con tempestività, riducendo i tempi di soccorso, apparato GPS per ricerca persone